Twiga: aprirà? Secondo noi sì

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Twiga: aprirà? Secondo noi sì

Ormai sono più di vent’anni che abbiamo la fortuna di vivere nel Salento e di assaporare tutto quello che questa terra ha da donare. Abbiamo conosciuto gente da tutto il mondo, di tutte le religioni, e di tutte le etnie. Abbiamo visto yacht chilometrici, macchine lussuose, vip, politici, sportivi e abbiamo visto e sentito di tutto. E questa vicenda del Twiga di Briatore, l’argomento che va di moda da qualche mese ormai, non è poi così diversa. Così ci siamo fatti un paio di domande. Siamo sicuri che questa storia del Twiga sia finita una volta per tutte? Il buon Flavio ha ritirato definitivamente la licenza per il marchio? Ne avevamo già parlato in un articolo.

Secondo noi, in un modo o nell’altro il Twiga aprirà. Vi spieghiamo le nostre motivazioni in queste poche righe.

 

twiga otranto briatore

Andiamo con ordine.

Un gruppo di imprenditori Salentini ha avuto una grandiosa idea per migliorare ancora di più il turismo salentino, quella di importare il Twiga, lussuosissima struttura balneare, marchio di proprietà del noto imprenditore Flavio Briatore, già presente in altri luoghi blasonati. Il suo target di riferimento sono i “ricchi”, così come li etichetta lo stesso imprenditore (in modo molto poco carino, a nostro avviso).

I problemi non mancano ad arrivare. La burocrazia inizia a farsi sentire, non ci dilungheremo sui particolari. Briatore si stanca e ritira la licenza. Se aprirà qualcosa a Otranto, non sarà il Twiga. Fin qui, nulla di strano. Che la burocrazia in Italia costituisca un bel problema per chiunque voglia far partire un’impresa, lo sappiamo bene.

MA DAVVERO IL TWIGA NON APRIRÀ PIÙ?

DAVVERO FLAVIONE NON CONCEDERÀ LA LICENZA AGLI IMPRENDITORI SALENTINI?

Noi non vogliamo sputare sentenze, anche perché non siamo nessuno per farlo. Ma qualche perplessità ce l’abbiamo, e siamo sicuri di non essere gli unici. Da qualche mese non si fa altro che parlare del Twiga, e proprio a pochi giorni dall’apertura arriva questa brutta notizia. Taac! Direbbero i nostri amici milanesi. Sì, e non avrebbero tutti i torti.

In questi ultimi anni abbiamo visto sigilli ovunque. Discoteche, locali, parchi puntualmente chiusi poco prima della stagione estiva, per problemi, cavilli burocratici e irregolarità, che prontamente, dopo piccoli accorgimenti riaprivano i battenti normalmente. E adesso? Tutti contro il Twiga e il povero Briatore torna a casa con la coda tra le gambe?

Noi crediamo che il Flavione Nazionale non sia nato ieri, e che di conseguenza non sia cosi sprovveduto da concedere la licenza a gente che potrebbe sporcare la sua immagine. E poi si sa, il giochetto de “il pallone è mio e non gioca più nessuno” è vecchio. Lo abbiamo fatto tutti per strada da bambini.

twiga otranto briatore

Pensiamoci un attimo. Il Twiga è stato oggetto di discussione ultimamente, non tanto per le presunte irregolarità, quanto perché il boss non hai mai contato fino a 10 prima di parlare, sparando a zero sui salentini, sulla nostra voglia di lavorare o sull’accontentarsi o meno dei 1300€ al mese (magari!).

Il feeling tra noi e lui non è mai decollato, anche perché non ci ha mai rispettato. Questo è quanto.

Non succede, ma se succede…

“A pensar male si fa peccato, ma molto spesso si azzecca”, recita un famoso proverbio. Sappiamo benissimo che i problemi ci sono stati, sicuramente il Twiga ha avuto troppi riflettori addosso e ora sembra il capro espiatorio che deve pagare per le mancanze di tutti. Il Salento è pieno zeppo di stabilimenti, strutture e locali non proprio a norma, che in un modo o nell’altro riescono sempre a lavorare. Perché proprio a Briatore questo trattamento? Lui che ha in passato aggirato “abilmente” inconvenienti col fisco e roba del genere?

C’è anche l’altra faccia della medaglia. In un modo o nell’altro da qualche giorno, non si parla d’altro che del Twiga. E già se ne parlava abbastanza prima, basta chiedere a qualunque salentino. Il fatto è che se ne sta parlando. Bene, male, non importa. Se ne sta parlando.

  • E se da un giorno all’altro il Flavio tornasse sui suoi passi?
  • Se “perdonasse” la burocrazia e “per amore” del Salento decidesse di fare l’ennesimo “sacrificio” per “dare una mano” alla nostra terra e volesse concedere nuovamente la licenza? (mi raccomando, non trascurate le virgolette, amici).
  • E se puntare il dito contro la burocrazia (quei brutti cattivoni) fosse un colpo basso, sapendo che tutti noi saremmo stati d’accordo con lui? (e sulla burocrazia lo siamo, non ci sono scuse).

Probabilmente ci sbagliamo. Magari non sappiamo neppure di cosa stiamo parlando. Probabilmente la storia che il Twiga aprirà è solo una chiacchiera da bar e noi siamo i primi responsabili. E probabilmente non aprirà nemmeno sotto un altro nome (gettando alle ortiche mesi e mesi di lavoro, soldi ecc ecc?!)

Noi siamo salentini, qui è ormai già estate, abbiamo ben altri problemi più gravi e non possiamo distrarci troppo! Noi “mangiamu frise, rape, ciciri e tria”.

E tu, caro Briatore (te lo ripetiamo), che hai affermato che “i ricchi” non verrebbero mai nel Salento, forse hai ragione. Ma se qualche coraggioso volesse concedersi una vacanza da noi, beh, sarebbe il benvenuto, con o senza il Twiga. Perché il Salento non dipende da un paio di strutture ben organizzate.

Dio benedica il Salento!

 

 

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