Quello che i fuorisede non dicono

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Quello che i fuorisede non dicono

Ormai sono quattro anni che vivo da fuorisede. Urbino, Roma, Caserta, Torino, Mestre, Aosta. Proprio così… Aosta!

Ma non tutti i mali vengono per nuocere. Infatti, girovagando per l’Italia per motivi di studio e lavoro ho capito un paio di cose. La prima è che noi fuorisede siamo riconoscibili, o meglio, CI FACCIAMO RICONOSCERE. Non da chiunque, però, solo dagli altri salentini (che a nostra volta riusciamo a riconoscere), ma chissà come mai poi?!

salentino fuorisede

La stazione di Lecce

Basta un gesto, un atteggiamento in discoteca mentre si balla, al bar, per strada, ovunque, per destare l’attenzione dell’altro salentino, fuorisede come noi che, senza pensarci due volte, con la speranza negli occhi tipica di un cagnolino che ti guarda mangiare un panino, ti dirà: – Ma sei di Lecce?!- o meglio: – MA DI LECCE SEI?! (la costruzione delle frasi è importante).

Lo sapete benissimo entrambi che la risposta sarà positiva, ma è un rito che bisogna fare, come una parola d’ordine, una pratica di iniziazione, per far sì che quella discoteca, quel bar, quella piazza di una città lontana diventi il posto più bello del Mondo, quello dove due salentini si sono incontrati!

Cosa succede a questo punto? Ci si presenta? Ci si scambia il numero? Il contatto Facebook? Forse, ma dopo. La prima domanda è d’obbligo, e state certi che sarà: – CHE CI FAI QUI?- Seguita magari da: – QUANDO TORNI A CASA?- Non venitemi a dire che non l’avete mai detta o sentita dire.

Ma il punto più alto della nostalgica solidarietà salentina, signori miei, non è ancora questo, ma quello che sto per raccontarvi.

Vi è mai capitato di essere soli in autobus, con le cuffie nelle orecchie, la musica a palla, e la riproduzione casuale della playlist? Mettiamo il caso che da un momento all’altro parta una canzone dei Sud Sound System, una di quelle che ti fanno venire la saudade, tipo “Le radici ca tieni”, “Casa mia”, “Sta tornu”, quelle che ti fanno scendere la lacrimuccia matematica, per intenderci. State sicuri che se in quell’autobus c’è almeno un altro salentino fuorisede, lui vi troverà. Sarà il volume alto della musica, o forse questione di chimica, strane sinergie terrone. Ma presto i vostri sguardi si incroceranno e lui, con atteggiamento fiero vi farà un cenno come per dire: – TI HO RICONOSCIUTO, COMPÀ!-

La seconda cosa che ho capito è che noi salentini, forse come tutti i fuorisede del sud, anche se lontani, non dimentichiamo la nostra terra. Perché la distanza fisica non conta se il Salento ce l’hai nel cuore.

Dai su. Non ditemi che non avete mai fatto vedere ai vostri coinquilini una foto del nostro mare (il più bello del mondo, per essere chiari), magari aggiungendo anche commenti del tipo: – E NON È MICA IL POSTO PIÙ BELLO CHE ABBIAMO EH! – che bastardi!

caffè in ghiaccio

Caffè in ghiaccio e pasticciotto

Ma questo non è niente, se siete dei veri salentini fuorisede avrete sicuramente vissuto una di queste scene:

  • avete mai fatto assaggiare a un amico un pasticciotto che la mamma vi ha spedito con il pacco da casa. Ammesso che voleste privarvi di uno dei vostri preziosi pasticciotti (ma siete salentini, la generosità è la vostra filosofia di vita!).
  • avete criticato il caffè altrui, se non era Quarta… e al Nord non è mai Quarta!
  • al bar avete storto il muso se col caffè non era incluso il bicchiere d’acqua.
  • se non sapevano cos’è il caffè in ghiaccio
  • avete preferito aspettare di tornare giù per tagliarvi i capelli, piuttosto che spendere 50€ per un taglio, senza neanche lo shampoo.

Se ho dimenticato qualcosa, e sicuramente lo avrò fatto, perdonatemi. Ma non è facile la vita da fuorisede. Ancora meno facile è la mia di vita, che faccio il fuorisede anche in estate. Sacrilegio!

Però per lavoro sono costretto in una regione dove la cosa che più assomiglia al mare è la pozzanghera di fango dopo che la neve si scioglie. Per questo sono costretto a pagare per entrare in un parco acquatico. Un parco acquatico, avete capito bene. Una di quelle cose che se le sapesse mia mamma, direbbe in giro di avere un figlio in meno.

Ebbene sì, sono tanti i pensieri nella testa di un fuorisede, nostalgia, tristezza, speranze…

Ma credo che si possa riassumere tutto in una frase, che chiunque, se vive fuori, ha detto almeno una volta. Anche solo a se stesso, davanti allo specchio: – NON VEDO L’ORA DI SCENDERE A CASA!

Davide

 

2 risposte

  1. […] prima della festa? Ecco. Svegliarsi in questo modo sarebbe un trauma per chiunque. Ma non per un salentino fuorisede che è tornato a casa per le vacanze. Per lui l’odore di pittule la mattina è come quello […]

  2. […] salentino fuorisede fa di tutto per trovarsi a casa l’11 novembre, ogni anno. E purtroppo, non sempre questo è […]

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