Il Malladrone di Gallipoli

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Il Malladrone di Gallipoli

Il malladrone di Gallipoli

Conoscete Misma, il Malladrone di Gallipoli? Oggi vi voglio raccontare la sua storia e iniziare così un viaggio alla scoperta del Salento nascosto, partendo da Gallipoli, la città più conosciuta della penisola salentina.

Gallipoli è uno dei luoghi più belli che il Salento abbia, non è un caso se il suo nome in greco significa “città bella”. Questo, del resto, è ormai noto a tutti, perché Gallipoli in questi anni è tra le mete più frequentate dell’estate italiana, per la bellezza del suo mare e per le sue discoteche. Gallipoli però è molto di più di tutto questo, uno scrigno di tesori nascosti nella città vecchia, tra le stradine mediterranee e le chiese ricamate nel carparo.

Oggi vi voglio raccontare una storia che conoscono veramente in pochi.

Sulla riviera Nazario Sauro si trovano le tre sorelle, tre piccole chiese che da secoli guardano al mare sconfinato e proteggono i figli di Gallipoli che ogni giorno lo attraversano sui pescherecci. La più antica delle tre sorelle è la chiesa di San Francesco D’Assisi, leggenda racconta che sia stato proprio il santo a costruirla.

Nel 1680 questa chiesa diventò proprietà della baronessa Capece e in questi anni il cappellano ha portato al suo interno tre statue, Gesù crocifisso e i due ladroni, il buono Disma e Misma. Secondo le sacre scritture Disma si è redento poco prima di morire ma Misma non si è fatto scalfire dalle parole del figlio di Dio e non si è mai pentito delle sue malefatte. Si racconta che il peccato di Misma sia così grave da lacerargli l’anima e le vesti, tanto che spesso bisogna cucirne di nuove.

I baffi non riescono a nascondere il sorriso beffardo di Misma, scolpito su un viso che sembra scavato dalla sua cattiveria. é così suggestivo che per secoli si è pensato che i suoi denti fossero veri e che fossero appartenuti ad un condannato a morte.

Misma e Gabriele D’Annunzio

La fama di Misma, il malladrone di Gallipoli, è giunta fino all’orecchio di Gabriele D’Annunzio che durante una sua visita in Salento ha chiesto di poterlo vedere, ma a due condizioni: al buio e a lume di candela. Davanti alla sua visione il poeta è rimasto estasiato, tanto da definirlo “di orrida bellezza”.

Dopo il restauro…

Nel 2005 la chiesa di San Francesco D’Assisi è stata riaperta al culto, dopo un lungo restauro. Durante i lavori si è scoperto che la parete su cui poggia la statua di Misma è la più esposta alle correnti del mare e che la salsedine, infilandosi tra le mura, lacera di continuo le vesti del Malladrone, che dopo più di duemila anni sembra ancora non volersi pentire.

Nonostante questo è difficile cedere a questa razionale verità e noi preferiamo lasciarci incartare sempre dalla suggestione di Misma e della sue vesti.

 

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