San Cataldo: il mare ci consegna il Molo di Adriano
Ancora una volta la storia torna a galla, in acque salentine. Più precisamente nel mare di San Cataldo, dove a riaffiorare è il Molo di Adriano, imperatore romano.
Qualche giorno fa vi avevamo parlato dell’Altare di Minerva riemerso durante gli scavi, a Castro. Oggi, invece, indirizziamo la nostra attenzione verso il Molo di Adriano, riaffiorato nel bel mezzo delle acque cristalline di San Cataldo. Un’altra favolosa conferma di un Salento dalle origini nobili e antichissime, che rendono questa terra ricca di storia, arte e cultura.
Vicino al sito archeologico è stata realizzata una passerella con panchine per consentire agli appassionati della storia di ammirare i resti dell’antico molo. Autrice dei lavori è stata la Soprintendenza archeologica di Puglia in collaborazione con l’Università del Salento e delle associazioni Insynchlab, LabTaf e Tour Up ‘n Down.
Quello di San Cataldo è l’unico tratto sulla costa pugliese ad essersi conservato in così buone condizioni. Cinquanta metri di struttura muraria che hanno resistito al passare del tempo, all’erosione costiera e agli atti di vandalismo. Il luogo divenne approdo di pellegrini e punto di commercio per l’olio locale. Insomma. all’epoca, un importante centro sia a livello commerciale sia a livello politico.
Ma chi era l’Imperatore Adriano?
Definito l’imperatore buono, regnò dopo Traiano, mantenendo le sue terre, tranne la Mesopotamia. Adriano è ricordato come amante delle arti e della cultura. La sua politica era quella della “tolleranza” che si estendeva anche nei confronti degli schiavi, tanto da modificarne le condizioni di schiavitù. Durante il suo governo, la storia ricorda un periodo di grande splendore dell’arte e della filosofia. Il molo di San Cataldo è stato, infatti, un progetto fortemente voluto dallo stesso Imperatore.
Tolleranza, amore per l’arte e per la cultura. Tutte qualità che descrivono perfettamente l’imperatore e che ben si sposano con gli ideali che vogliamo promuovere nella nostra fantastica terra. Cos’altro aggiungere, se non:
Dio benedica il Salento!
Le foto realizzate con il drone all'interno di questo articolo sono di proprietà di Emiliano Peluso.