A Caremma te San Giuseppe: una storia tutta di Ugento, Gemini e Torre San Giovanni

Il blog che racconta il Salento, i suoi fantastici luoghi, le tradizioni e gli eventi!

A Caremma te San Giuseppe: una storia tutta di Ugento, Gemini e Torre San Giovanni

caremma te san giuseppe

“Mpisa, bbè cuardu e riu”. Recita un adagio popolare salentino. Ci parla di una figura strana, con un arancia in mano e delle piume infilzate dentro di esso. È la Caremma pasquale, tradizione e rito di ancestrale memoria.

Ma noi ugentini con le nostre frazioni di Gemini e Torre San Giovanni siamo così… creativi. Ed ecco allora che tra maschere di cartapesta, nasi finti, “maccaturi”, gonne lunghe, fusi, lana e cotone nasce la Caremma di San Giuseppe.

La tradizione della Caremma di San Giuseppe

caremma di san giuseppe

È tradizione ugentina che la sera del 19 marzo di ogni anno, durante la Festività di San Giuseppe, si facciano le focareddhre: piccoli falo, alti più o meno un paio di metri che venivano fatti strada per strada, vicolo per vicolo: vino, carne alla brace, tamburello e nacchere: questo era sino agli anni Sessanta del Novecento…il fumo, le scintille, l’odore delle fascine d’ulivo che ardevano.

Festa dello sposo di Maria, festa del padre di famiglia per eccellenza, col falò simbolo della riunione familiare per eccellenza. Famiglia intesa come “la corte” dell’abitazione principale delle case del Borgo Antico di Ugento e del centro storico di Gemini, oppure la strada intesa anch’essa come spazio di riunione familiare, che poteva essere quella che conduceva alle imbarcazioni dei pescatori del porto di Torre San Giovanni, oppure una strada non asfaltata di case della periferia dei nostri centri abitati nei primi anni del Novecento.

Il suggestivo pupazzo della Caremma

Protagonista iniziale delle nostre Focareddhre te San Giuseppe era la Caremma: pupazzo fatto a regola d’arte, posto in terrazza o vicino ai balconi delle case di Ugento, Gemini e Torre San Giovanni subito dopo il giorno di San Vincenzo (22 gennaio). Dava inizio al Carnevale e accompagnava lo scandire delle giornate sino a poco prima della fine della Quaresima.

caremma 3

Pupazzo con funzione apotropaica e propiziatoria, in grado di attirare su di sé ingiurie, sciagure e malanni che potevano colpire la famiglia che l’aveva realizzata e, col suo potere taumaturgico, di respingerle al contempo.

La Caremma te San Giuseppe veniva quindi issata sulla Focareddhra prima che venisse accesa: quando bruciava, debellava ciò che di negativo le era rimasto addosso, eliminandolo definitivamente. Le ceneri poi della Focareddhra e della Caremma stessa non venivano buttate: esse servivano come concime (la putassa, come la chiamavano i nostri contadini) per campi, giardini ed orti ed una piccola parte veniva raccolta alla fine delle danze e dei canti che animavano le focareddhre per essere donate ai parroci, da usare quale cenere per il Mercoledì delle Ceneri dell’anno successivo. 


Ed è qui che la Caremma te San Giuseppe assumeva un altro e più rilevante significato: simbolo di purificazione dai mali e di rinascita al tempo stesso.

L’iniziativa della Pro Loco

Quest’anno, grazie alla Pro Loco Ugento e Marine ed all’Associazione Culturale Gemini con la preziosa collaborazione del sodalizio Sorriso di Ugento e del Comitato Festa SS. Medici di Ugento si è inteso rispolverare l’antica tradizione delle Caremme di San Giuseppe, proponendo un apposito concorso, che ha visto la realizzazione e la partecipazione di ben 15 caremme su tutto il territorio comunale.

Le caremme sono state poi selezionate da un apposita giuria e premiate sulla base di quattro rispettivi canoni: bruttezza, originalità, simpatia e rispetto della tradizione. Un concorso che ha unito Ugento con le frazioni di Gemini e Torre San Giovanni, passando per le marine di Torre Mozza e Lido Marini, che ha unito famiglie e gruppi di persone nella posa in opera delle stesse caremme, all’insegna della riscoperta di questo antico rito.In questo 2024 le Caremme ed i loro realizzatori sono stati premiati con dei singoli attestati di partecipazione ed ognuna delle quattro caremme più brutte, originali, simpatiche e tradizionali premiate durante le Focareddhre di San Giuseppe che dal 16 al 19 marzo hanno animato i nostri rioni, le nostre piazze e le nostre strade…e speriamo in un prossimo 2025 che arricchisca ancora di più l’entusiasmo verso questa tradizione.

Angelo Minenna

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Wordpress Social Share Plugin powered by Ultimatelysocial